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Channel: pane – Il castello di PattiPatti
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Pane per tramezzini ovvero il Panmicheletto

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La sua mente viaggia. Viaggia sempre. Spazia senza confini, senza nessun limite. E in cucina questa cosa si vede. Perchè viene colpita dalle idee più insolite e quando una di queste idee si annida nella sua testa, non c’è nulla che possa schiodarla di lì. […]
Ha imparato con il tempo ad essere selettiva anche in questo. Non scrive più troppe cose. Fa un filtro alla partenza, perchè poi alla fine ciò che scrive è ciò che vuole realizzare davvero. Come è accaduto per questo pane da tramezzini. […]
Poi un giorno arriva la cuoca, legge questo post e dice: “Ma pensa te che piatto servito bello bello… era un sacco di tempo che ci stavo provando, ma non avevo ancora trovato qualcosa che mi soddisfacesse… Se poi come dice, nessuno sa quanto è contenta del risultato di questo pane, tanto vale che lo sappia io!”
Quindi una mattina la cuoca appena sveglia ha rinfrescato Maddalena, la sua pasta madre (che dopo due anni di vita era ancora anonima, senza nome, imbattezzata), ha accompagnato le fatine a scuola, ha fatto un pò di spesa, è tornata al piccolo castello, si è preparata un bel caffè che ha sorseggiato lentamente e ha cominciato a lavorare come ha detto Michela (lei, appunto, quella della mente che viaggia)…. 
Alla sera il piccolo castello aveva l’odore del panificio all’angolo: che profumo, che morbidezza…..
Michela per farne un pane per tramezzini, suggerisce di togliere la crosta, invece la cuoca lo utilizza così, come esce dal forno e ha deciso di chiamarlo il Panmicheletto.
Ora, se da una parte abbiamo risolto il problema della merenda mattutina delle fatine che un giorno dentro ci vogliono la marmellata, un giorno la crema di nocciole, altre volte un salume affettato…. dall’altro la cuoca si è incaprettata mani e piedi: cascasse il mondo, venisse l’inondazione, l’invasione delle cavallette al venerdì bisogna sfornare due Panmicheletti. 
Michè, mò che faccio? Vieni tu ogni venerdì a fare l’impasto????
In ogni caso anche la cuoca ora sa quanto Michela è stata contenta del suo pane!!

Suggerimento per chi come la cuoca ha necessità di preparare delle merende ogni mattina. Una volta che i Panmicheletti sono freddi, tagliarli a fettine di circa 1cm in senso verticale, sistemare il pane così tagliato in una bustina per alimenti della grandezza giusta e metterlo in freezer. Tirare fuori le fettine che servono la sera prima, avvolgerle nella pellicola e metterle in frigo: farcirle la mattina dopo.
Suggerimento #2: le lievitazioni (la prima nel contenitore e la seconda negli stampi) possono avvenire anche in frigo, in modo da organizzare al meglio il nostro tempo.
INGREDIENTI x 2 pani da 13×24
750gr di farina 00
250gr di latte
250gr di acqua
80gr di pasta madre
80gr di burro
40gr di zucchero
10gr di sale
PROCEDIMENTO
Sciogliere il lievito nell’acqua all’interno della planetaria. Aggiungere la farina e azionare alla minima velocità. Sciogliere lo zucchero nel latte e aggiungere anche questo composto all’impasto. Lasciar lavorare 5 minuti. Fermare la planetaria e rovesciare l’impasto con una spatola. Lasciar lavorare ancora qualche minuto, quindi aggiungere il burro a fiocchetti, poco per volta, fino a farlo assorbire tutto. Pr ultimo aggiungere il sale. Rovesciare l’impasto su un piano da lavoro e metterlo in un recipiente. Sigillare con la pellicola e far raddoppiare. A raddoppio avvenuto dividere in due l’impasto e formare due filoncini da sistemare in due stampi da plum cake, imburrati. Coprire e lasciar lievitare ancora. Accendere il forno a 200° (Michela suggerisce 220° ma per il mio forno quella potenza è troppa, ho dovuto mettere un foglio di alluminio a metà cottura), portarlo a temperatura e spennellare il pane con un pò di latte. Infornare per circa 30/35 minuti (anche qui sono diversa da Michela che dice 35/40). Prima di tagliare far raffreddare completamente su una gratella.
 

Il Panimicheletto lo regalo sia alla mia amica Michela che lo ha fatto nascere, sia alla mia amica Sandrissima ideatrice con Barbara della raccolta Panissimo e per questo mese anche sua ospitatrice (lo so che non si dice, ma mi piaceva questa parola!).

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